Gli scritti di Santa Virginia riportati in questa pagina fanno parte di una vasta collezione raccolta nel fascicolo Scritti Ascetici e Vari della Beata Virginia Centurione Bracelli. Essi sono stati autenticati dalla Sacra Congregazione dei Riti, con voto del 4 agosto 1958, e conservati presso l’archivio generale delle suore di Nostra Signora al Monte Calvario, che si trova nella Casa Generalizia.

PROPOSITI: 8 SETTEMBRE 1626: FESTA DELLA NATIVITA’ DI MARIA

Accettare anche i momenti difficili come dono di Dio e come occasione di santità. E’ utile osservare che qui Virginia colloca la sua disponibilità a vivere il giorno come dono di Dio a livello di proposito, cioé a livello di attenzione particolare e di impegno quotidiano sulla cui verità ed efficacia fa da specchio, a sera, un puntiglioso esame di coscienza.

Grazia di Dio e doni dello Spirito Santo: sono questi il suo ambito desiderio, la ragione della sua preghiera. I doni dello Spirito Santo per cui Virginia pregava e che sperava di ottenere sono: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio. Virginia offre i suoi sensi e le sue potenze, tutto di sé, al Signore per vivere completamente al servizio di Lui. Nel servizio di Dio infatti é felicità piena e duratura. L’uomo vale l’obiettivo che si pone. Chi si pone Dio come obiettivo in qualche modo vale Dio.
Con il divino aiuto rinuncio alla mia volontà, ma farò quanto mi sarà detto dal mio Padre Spirituale tenendolo in luogo di Dio.

Procurerò di sopportare ed abbracciare le tribulazioni che mi manderà il Signore; e pigliar le croci e seguitarlo.

Rinuncio quanto possiedo in servizio di Dio, e per me non piglierò altro che quello che mi sarà ordinato dai Superiori.

Procurerò di acquistare con l’aiuto della Beata Vergine la grazia di Dio e i doni dello Spirito Santo.

Dono al Signore e alla Beata Vergine la memoria, l’intelletto e la volontà, coi cinque sentimenti del corpo, per non poterli adoperare in altro che in suo servizio.

ALTRI PROPOSITI

La lotta é contro i vizi capitali. Impegnarsi a vincere la superbia significa esercitarsi nell’umiltà. Vincere l’avarizia é farsi generosi. Battere la lussuria per esaltarsi nella purezza della vita e delle intenzioni. Non lasciarsi prendere dalla gola, per vivere nella temperanza e nella semplicità. Sconfiggere l’ira per fare propria la mitezza e la pazienza di Gesù e delle beatitudini. Combattere l’accidia per vivere fino in fondo il proprio tempo e le proprie energie al servizio del bene e della vita. E’ il valore a cui si tende che decide il superamento del male. L’amore di Dio e l’amore del prossimo sono il vertice dell’esperienza cristiana come insegnò Gesù (Cf. Lc 10, 25-28). Su questo duplice amore saremo giudicati e, dunque, su questo duplice amore é necessario esaminarsi. Quotidianamente, per non smarrire la ragione finale del nostro impegno e del nostro apostolato.
Procurar distruggere con l’aiuto del mio Signore Gesù Cristo la superbia, avarizia, lussuria, gola, ira e accidia.

Procurar di amar Dio con tutte le mie forze e il prossimo mio come me stessa.

Impiegarsi nelle opere di misericordia spirituali e corporali.

Non lasciar che le mie tre potenze s’impieghino in altro che in Dio.

Procurar a pregar lo Spirito Santo che mi voglia concedere i suoi santi doni.

Pregar la Beata Vergine che mi voglia esser Madre, e darmi la grazia che le sia figlia obbediente, ed a questa intenzione dirle il Rosario.

Raccomandarmi all’Angelo mio custode et ai Santi che in ciò mi impetrino.